La ricerca di metodi ottici finalizzati alla riduzione della progressione miopica ha portato negli ultimi anni ad individuare alcune procedure o modalità correttive apparentemente molto efficaci. Prima l’ortocheratologia e successivamente le lenti a contatto morbide progressive centro lontano o quelle con defocus miopico periferico o che simulano gli effetti dell’ortocheratologia hanno mostrato in varia misura la capacità di rallentare la crescita del bulbo oculare e dunque di controllare la progressione miopica.
Il tema è particolarmente sentito per le conseguenze che l’aumento progressivo della diffusione della miopia nel mondo può avere sulla gestione della salute pubblica, anche dal punto di vista dei costi sociali ed economici. L’allungamento del bulbo oculare infatti, porta ad un aumento del rischio di insorgenza di varie patologie retiniche, tra queste la degenerazione maculare, le anomalie dell’interfaccia vitreo-retina, il distacco retinico e il glaucoma.
I risultati dei numerosi studi effettuati mostrano che tra questi metodi legati alla correzione ottica, che possono dunque essere utilizzati dagli optometristi che si occupano di lenti a contatto in modo professionale, l’ortocheratologia ha una efficacia maggiore delle lenti a contatto morbide. In una relazione alla conferenza annuale dell’Accademia Europea di Optometria e Ottica, a Roma lo scorso anno, è stata presentata l’ipotesi che tale discrepanza potesse essere dovuta, tra l’altro, al minor grado di miopizzazione periferica causata dalle lenti morbide rispetto all’ortocheratologia1. Pochi giorni fa è uscito un interessante lavoro, realizzato dal gruppo di studio BLINK, formato da ricercatori noti e storici come Jeffrey Walline e Donald Mutti, che sembra portare argomenti a vantaggio di quella tesi.
Il lavoro di Walline e coll2 era infatti indirizzato a verificare se le lenti a contatto morbide multifocali centro lontano rallentassero la progressione della miopia nei bambini, e se un’addizione più elevata (+2,50 D) fosse più efficace di una addizione media (+1,50 D). Lo studio, randomizzato e in doppio cieco, è durato tre anni e i partecipanti sono stati distribuiti in tre gruppi in relazione al tipo di correzione assegnata: lac multifocali con addizione elevata, lac multifocali con addizione media e lac monofocali. Ogni anno sono stati misurati il valore diottrico della miopia (autoref in cicloplegia) e la lunghezza assiale. L’analisi statistica dei risultati ha portato alla conclusione che nei bambini miopi l’uso di lenti a contatto multifocali con addizione elevata è risultato significativamente più efficace nel ridurre l’aumento della miopia in un periodo di tre anni, sia rispetto alle multifocali a media addizione che alle monofocali.
Fonti:
1 – Fossetti A. The addition power of soft contact lenses for myopia control. EAOO Annual Conference, Roma, 18-20 May 2019.
2 – Walline JJ,Walker MK, Mutti DO, et al. Effect of high add power, medium add power, or single-vision contact lenses onmyopia progression in children: the BLINK randomized clinical trial. JAMA. Published August 11, 2020.
Articolo di Alessandro Fossetti
Optometria Oggi