IGIENE VISIVA

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Un’importante teoria riguardante la prevenzione miopica sostiene l’importanza delle attività all’aperto da parte dei bambini. Molti studi concordano sulla prevalenza di bambini miopi che passano minor tempo all’aria aperta rispetto ai non miopi. I risultati di tali studi registrarono una diminuzione della progressione da -0.60 D all’anno, nei bambini con entrambi i genitori miopi che passano fino a 4 ore settimanali all’aperto, a -0.20 nei bambini con genitori miopi che superano le 14 ore settimanali di attività all’aperto.

Da uno studio condotto a Sidney nel 2008 risultò che i bambini che dedicavano più di 15 ore settimanali alle attività all’aperto presentavano una minore o addirittura assente progressione miopica rispetto ai bambini che dedicavano minor tempo a tali attività e che invece rimanevano impegnati in attività visive prossimali.

Sono stati individuati alcuni fattori ambientali che spiegano tale influenza sul controllo miopico di queste attività.

Tra queste è possibile citare l’esposizione alla luce solare che stimola la produzione di vitamina D da parte della cute e fa rilasciare a livello retinico alcune sostanze, tra cui la dopamina, ovvero un neurotrasmettitore che sembra inibire o rallentare l’allungamento del bulbo; un campo visivo aperto durante qualsiasi lavoro a distanza ridotta che è ritenuto la condizione ideale affinché non si crei un defocus ipermetropico periferico.

Nonostante tutte queste ipotesi non è ancora totalmente chiaro quali siano i fattori che riducono lo sviluppo della miopia nei bambini che trascorrono più tempo all’aperto; per esempio si sta ancora cercando di capire se anche il rilassamento accomodativo possa influenzare questa condizione.

Il ruolo delle attività allo spazio aperto sta offrendo numerosi spunti ai ricercatori e nonostante la presenza di tanti punti interrogativi le ricerche fin qui svolte rendono la prescrizione di tali attività da parte del professionista ai pazienti giovani, più che legittima.

Infatti, anche le tecniche di Visual Training che prevede, attraverso gli esercizi di allenamento visivo, specifici programmi per il controllo miopico, combinando test che allenano in modo mirato l’abilità visiva carente, tiene conto di questo principio.



Accanto ad esercizi, quindi, che allenano le capacità accomodative e di vergenza, grande importanza viene data a test che permettono di ‘aprire la periferia’, ossia di allenare la visione periferica.

Contrariamente a quanto molti credevano, cioè che la principale responsabile della progressione miopica fosse l’attività visiva prossimale, da recenti studi è emerso che questa correlazione non è scientificamente provata ed è ancora oggetto di indagine.

Il moderno stile di vita caratterizzato da una crescente sinergia uomo-tecnologia influenza l’attività quotidiana di qualsiasi persona e particolarmente l’attività visiva.

A tal proposito diventa importante controbilanciare questa tendenza con trattamenti che prevedono, non solo la correzione, ma anche il controllo e la prevenzione miopica.

Facendo una considerazione personale finale dei metodi di competenza optometrica oggetto di questa review, come lenti oftalmiche e lenti a contatto e alcune norme comportamentali, mi sembra di evidenziare e riconoscere, dai risultati dei vari studi, il trattamento allo stesso tempo più efficace e vantaggioso: l’ortocheratologia.

In primo luogo perché prevede l’uso di LaC durante il sonno e consente al soggetto di poter sostenere tutte le proprie attività giornaliere senza alcun ausilio, che consente al soggetto giovane di interfacciarsi di più al mondo esterno, senza rinunciare ad attività sociali o sportive, rendendo così molto più agevoli ed efficaci tutti quei benefici portati dalle attività all’aria aperta.

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